Pearls at Swine

Pearls at Swine

2015, Area Pirata Records, Italy. Album (CD)
Available on  Spotify iTunes and in main music stores worldwide.

What they say

“The Strange Flowers impose une évidence: c’est un groupe ayant une vraie personnalité” (BT, Abus Dangereux, France)

“Un susseguirsi di brani dal sapore surreale che vibrano tra pop e psychedelia per farci viaggiare in una dimensione parallela…” (Mauro Tenotti, Jamboree, Italy)

“…la cosa più interessante di questo lavoro è che il quartetto pisano riesce a trovare il punto d’incontro tra il vintage pop britannico e quello nordamericano, con riferimenti a Tom Petty e ai Byrds, giungendo alla quadratura del cerchio” (Vittorio Lannutti, Rockon.it, Italy)

“…Une production tranchante, quelques tubes chatoyants, et une pochette qui nous les rend déjà sympathiques. Chaudement recommandé!” (Sylvain Coulon, Dig It, France)

“…Pearl at Swine gefällt jedenfalls von Hören besser, und ist bislang das Beste, was die Strange Flowers abgeliefert haben: ein Grower ohne Abnutzungserscheinungen, der das Zeug zum potenziellen Klassiker hat.” (Gerome Helmer, OX Fanzine, Germany)

“…Pearls At Swine is a direct hit. Until we read the press release that accompanied this album we had no idea that this band has been around for two decades (?!!). Sheesh, you’d never know it from listening to these fresh vibrant cuts.” (BabySue, USA)

“…Comme l’écoute prolongée de « The grace of losers » leur précédent et déjà jubilatoire album, avec ce 5ème ouvrage The Strange Flowers impose une évidence: c’est un groupe ayant une vraie personnalité. Une rareté, de tous temps !” (Voix De Garage Grenoble, France)

“…la cosa più interessante di questo lavoro è che il quartetto pisano riesce a trovare il punto d’incontro tra il vintage pop britannico e quello nordamericano, con riferimenti a Tom Petty e ai Byrds, giungendo alla quadratura del cerchio…” (Vittorio Lannutti, Rockon.it, Italia)

“…La loro musica potrà anche sembrare retrò, ma chi ama le sonorità inglesi potrà farsi cullare con serena sicurezza dalle suadenti note di questi freakettoni nazionali.” (Rock Impressions, Italy)

“…Ennesimo tassello di una discografia ormai ricca e variegata, “Pearls At Swine” mostra l’evoluzione sonora degli Stranifiori di cui restano immutati il talento per il songwriting cristallino e la capacità di creare intriganti atmosfere psycho-pop in cui adagiarsi mollemente.” (Roberto Calabrò, Blow-Up, Italy)

“…È un prelibatissimo pop psichedelico a tinte paisley quello del gruppo toscano… Pears At Swine è un libro di testo e non aggiungo altro se non citare Freak: ‘Che peccato buttare le perle ai porci, ma pensate che casino buttare i porci alle perle’.” (Manuel Graziani, Rumore, Italy)

“…Un disco di psichedelia strabordante e catalizzante che forse farebbe mordere le mani a gente più (Robyn Hitchcock) o meno (Bevis Frond) giustamente osannata. L’avvento della “Terza Repubblica degli Strange Flowers” (con l’arrivo dell’organista fiorentino Giacomo Ferrari) non poteva celebrarsi sotto una bandiera migliore, con un lavoro ricco di suggestioni “floreali” e di canzoni eccellenti piene di nomi di donne e di uomini. Un po’ come era per i primi Pink Floyd…” (Franco “Lys” Dimauro, Distorsioni, Italy)

“… The Strange Flowers, vera summa iconologia di ciò che il rock lisergico rappresenta – dai Beatles ai Kinks ai Byrds ai Them ai Kaleidoscope…Un’esultanza di riff stellari e tempi agili insiti nelle chimiche sanguigne della tribù pisana come energie viventi di cultura e splendore” (Aldo Chimenti, Rockerilla, Italy)

“… Pearls At Swine van The Strange Flowers bevat 11 lekker in het gehoor klinkende pop songs, waarvan ik ten volle heb kunnen genieten en ik kan dit album dan ook van harte aanraden aan elke liefhebber zestiger jaren gerelateerde muziek en van de betere pop muziek”. (Carry Munter, New Underground Music Machine, The Netherlands)

“… Le perle ai porci sono le tante bellissime canzoni che gli Strange Flowers hanno snocciolato in trent’anni di attività erratica. Ma l’impero della musica, alieno alle cose belle e di valore, incline invece, mo’ ci vuole, alle porcherie e alle porcate, ogni volta li costringe a ricominciare per farsi sentire. Pearls at swine, pubblicato lunedì 15 giugno, è un disco potente, orgoglioso, passionale, sincero. Può diventare, grazie all’impetuoso flusso d’energia delle canzoni concatenate, un’ideale colonna sonora dell’anima. È assolutamente rappresentativo degli Strange Flowers come lo fu The grace of losers, del quale è la naturale evoluzione.” (Mark Aymondi, Cronache Martinesi, Italy)

“… Al di là dei perfetti arrangiamenti e dell’estrema cura del suono, la capacità con cui il quartetto assembla Garage Rock, Psichedelia, riferimenti beatlesiani e Paisley, REM, varie forme di Pop-Beat è veramente encomiabile e di altissimo livello.” (Antonio Baciocchi, Radiocoop, Italy)

“… Fra echi dei primi Pink Floyd e dei Misunderstood, Pearl At Swine gode di una scrittura felice e fresca e ha il pregio di non annoiare mai.” (Cesare Buttabuoni, Debaser, Italy)

“… Pearls At Swine è un disco bellissimo, un autentico scrigno colmo di tesori,una raccolta di canzoni che cresce ascolto dopo ascolto e che si insinua sottopelle sino a rendersi indispensabile. Al momento, e siamo già a luglio inoltrato, il disco più bello che abbia ascoltato in questo 2015.” (Luca Calcagno, In Your Eyes Zine, Italy)

“… Amanti di pop beat, garage rock, psichedelia, Beatles, Neil Young, Pink Floyd, sixties e seventies, troveranno di che divertirsi fra queste 11 bellissime tracce: i vertici del disco si toccano con Watching The Clouds From A Strawberry Tree e la conclusiva, più dilatata, Twins, ma ben oltre la media sono davvero tutti i brani di Pearls At Swine, a cominciare da Alice Stealing Rainbows e Rose Lynn, che nella loro diversità sono entrambe gioielli di melodia e arrangiamenti. Un album vero, sincero, che risveglierà in voi ben più di un ricordo musicale.” (Elisa Giovanatti, Indiana Music Magazine, Italy)

“Beh… ci voglio credere, è troppo bello, un trip emozionante, malinconico, eccitante, un dolce amaro di beata fattura. Undici brani incredibilmente belli! …uno dei migliori dischi ascoltati nel 2015.” (Stefano Ballini, Trippashake, Italy)

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